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Sabato 25 gennaio, presso il Circolo Culturale Rossanese, la Scuola Secondaria di Primo Grado “Piragineti” ha ricevuto il Premio “Musica per la Memoria” per aver partecipato al concorso “Le Forme della Memoria”.
La manifestazione si è aperta con i saluti di Antonio Guarasci, Presidente del Circolo Culturale Rossanese, e con l’intervento di Elisabetta Salatino, ideatrice del concorso, la quale ha spiegato ai presenti il significato della musica come forma di Memoria in riferimento al Campo di Concentramento di Ferramonti: all’interno del Campo, infatti, erano stati internati diversi musicisti ebrei che, nonostante la loro condizione di detenuti, riuscirono a nutrire il proprio amore per la musica come unica speranza rimasta.A sottolineare l’importanza di tramandare alle giovani generazioni la Memoria della Shoah sono state anche le parole del Dirigente Scolastico dell’I.C. “Alessandro Amarelli” Tiziana Cerbino e di Roberto Cannizzaro, Delegato alla Cultura del Comune di Tarsia.
Era presente un gruppo di alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado di Piragineti che, sotto la guida dei docenti di musica Salvatore Mazzei e Bruno Pisarra, della prof.ssa di Lettere Elvira Fortino e degli insegnanti di sostegno Erminia Azzinnari e Leonardo Ippolito, hanno prodotto un originale elaborato interdisciplinare, dando prova che la partecipazione a progetti extracurricolari e a concorsi può offrire, per chi la sa cogliere, l'opportunità di approfondire la conoscenza di vari temi, di stimolare la creatività, di condividere con gli altri le proprie conoscenze e di apprendere in modo diverso. Il risultato del loro impegno è stata una bellissima esecuzione musicale, ottenuta dalla geniale combinazione delle due canzoni ebraiche “Gam Gam” ed “Evenu Shalom Alejem”, sulle cui note sono state recitate le strofe della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”. Oltre alla premiazione, l’originalità del brano ha ottenuto i consensi dei presenti ed ha allietato una serata carica di emozioni per le testimonianze di Yolanda Bentham ed Ingebord Friedmann, rispettivamente figlia e moglie di due internati che avevano stretto un rapporto di amicizia all’interno del Campo di Concentramento di Ferramonti, ed entrate in contatto fra loro pochi anni fa grazie alla ricercatrice Cinzia Robbiano. Attraverso il racconto dei loro aneddoti, i ragazzi hanno potuto conoscere direttamente la storia del Campo di Ferramonti, nel quale la musica e le arti riuscirono a confortare e a “liberare” l’anima degli internati.